Madonna di Tirano

Ultima modifica 26 marzo 2024

Il percorso

Piazza Basilica - via Rasica

Il Santuario della Madonna di Tirano link esterno - santuario della madonna di tirano, eretto sul luogo in cui la Vergine Maria apparve al beato Mario Omodei nel 1504, occupa la parte centrale della piazza Basilica.

Architettura
Progettato da Tommaso Rodari, l’edificio è a croce latina a tre navate con transetto, coronato da cupola, abside semicircolare e una cappella laterale.
Mirabile la facciata con l’intelaiatura di lesene e cornicioni in marmo, il rosone e l’alto frontone con la statua della Madonna di Tirano, impreziosita ulteriormente dal portale marmoreo di impostazione classica.
Sul frontone la scena dell’apparizione, la Pietà e le immagini dei santi Perpetua e Remigio, cui erano dedicati i vicini xenodochi, con i beni dei quali fu possibile portare a termine i lavori di abbellimento.
Sulla sommità lo stemma della comunità con l’immagine del patrono san Martino, che ricorda i diritti del Comune di Tirano, proprietario della chiesa.
Il campanile, terminato nel 1576, è in stile romanico-lombardo, sormontato da una grande lanterna in marmo bianco con un cupolino del 1641. La cupola, costruita nel 1580, con il tiburio, il transetto e l’abside crea un’imponente complesso architettonico. Interessanti i due portali laterali del 1506.

Interno
Le linee rinascimentali dell’interno sono celate dagli stucchi barocchi e dai riquadri dipinti, realizzati tra la fine del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo.
Il cuore del santuario è la cappella dell’apparizione, che custodisce il lembo di terra su cui posarono i piedi di Maria. L’evento è illustrato dalle piccole statue dorate e dipinte, opera del pavese Giovan Angelo Del Majno (1519).
Gli ex voto attestano la devozione dei fedeli.
L’altare, di impronta neoclassica, è un’opera elegante, realizzata in pregiati marmi di vario colore, con tavolette scolpite a bassorilievo recanti la scena dell’apparizione e dei miracoli avvenuti per intercessione della Madonna. Sostituì l’antica ancona lignea, ritenuta a suo tempo una delle più belle d’Italia, rimossa negli anni della Repubblica Cisalpina.
Dell’ancona rinascimentale rimangono le statue della Vergine, del bambino e del piccolo Giovanni Battista al posto d’onore nell’edicola marmorea profilata di oro e argento. L’effigie di Maria è un capolavoro d’arte scultorea di finissima fattura. Essa costituisce l’icona ufficiale della Madonna di Tirano, ornata nel 1746 di un manto in seta e oro, ex voto dei Valtellinesi durante l’imperversare della peste.

Molto ricca la cappella maggiore, con alte lesene, bassorilievi e statue a tutto tondo degli apostoli, cinque grandi tele a soggetto mariano dipinte da Giovan Battista Recchi tra il 1634 e il 1637, gli stalli corali di Michele Gramatica con i delicati intagli di Lorenzo Visentini del 1749, dominati dalla statua di san Michele (1769).
L’altare maggiore è in marmo nero di Varenna con intarsi di marmi policromi, opera del marmista Giovan Battista Galli di Clivio del 1748.

Degne di attenzione le pale degli altari laterali, raffiguranti Sant’Anna con Maria e il bambino e  il Transito di san Giuseppe, dipinte nel 1840 dal sondriese Antonio Caimi.

L’organo, con la monumentale cassa, è l’opera più ammirata del santuario. Fu realizzato tra il 1608 e il 1617 dall’intagliatore bresciano Giuseppe Bulgarini.

Di fronte all’organo si trova il pulpito d’autore ignoto del 1599-1600, gioiello di scultura lignea cui si affianca la cantoria settecentesca di Giovan Antonio Pianta con i riquadri pittorici di Giovan Pietro Romegialli di Morbegno.

Sopra il confessionale, entrando dalla porta principale sulla destra, si trova una tela di Cipriano Valorsa datata 1576, raffigurante il miracolo della resurrezione dei due neonati morti senza battesimo, avvenuto il 26 marzo 1505.        
Di particolare bellezza i credenzoni e il genuflessorio della sacrestia, intagliati nel 1705 da Giovan Battista Piaz, lo stesso artista dei bancaroni del presbiterio.

Di fronte alla facciata principale della basilica si trova una fontana collocata in una grande nicchia con decorazioni tardo settecentesche. Sul lato nord della piazza si scorgono gli usci di antiche botteghe; a sud si trovano edifici di pregio tra cui il Palazzo San Michele (XVI secolo), sorto come “hostaria granda” annessa al santuario, dietro al quale si estende il parco San Michele.

Sul lato sud della piazza si trova il Museo Etnografico Valtellinese, che ha sede nel settecentesco palazzo del Penitenziere.

Su una rupe che sovrasta la piazza si erge la chiesa di santa Perpetua (XII secolo),  raggiungibile da una strada che segue il tracciato dell’antica mulattiera che da Villa di Tirano conduceva a Brusio e al passo del Bernina.
In territorio svizzero si trova la gemella chiesa di san Remigio. Alle due chiesette erano annessi gli xenochi, asili per viandanti e pellegrini.
Il tempietto di santa Perpetua, a una navata, è dotato di un tipico campanile romanico con bifore. L’abside conserva alcuni dei più antichi affreschi della valle.

Il lato est della piazza è attraversato dalla Ferrovia del Bernina che collega Tirano con Saint Moritz.

Attraversati i binari alle spalle del santuario, ha inizio la via Ràsica, lungo la quale si può ammirare il palazzetto Omodei, poi Marinoni ora Garbellini.
Proseguendo lungo la via Ràsica si attraversa un nucleo di edifici, testimonianza dell’architettura rurale; si incontra infine la chiesa di san Rocco, dalla caratteristica forma ottagonale.


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