La Città

Ultima modifica 26 marzo 2024

Nel punto più stretto della Valtellina, dove questa perde la denominazione di “media” per assumere quella più consona di “alta”, sorge Tirano, a circa 25 Km da Sondrio, capoluogo di provincia. Cittadina di 9191 abitanti (al 01/01/2014), si trova a quota 441 m. s.l.m. all'incrocio tra la strada statale che percorre longitudinalmente la Valtellina con quella diretta verso il confine italo-svizzero.
Sull’etimologia del nome gli storici e gli specialisti, in varie epoche, si sono dati battaglia e alcuni optano per “inter amnes” cioè tra i fiumi, ed infatti vi scorrono l’Adda ed il Poschiavino. In zona esistevano insediamenti già in epoca preistorica, le cui tracce sono rivelate da incisioni rupestri, dai pugnali del XVIII a.c. e dalla stele dell'età del rame ora sita presso l'Antiquarium Tellino.

Adagiata sul fondovalle, attraversata nel centro dal fiume Adda e in periferia dal Poschiavino, Tirano si è sviluppata principalmente attorno al borgo antico e alla zona di Madonna di Tirano. Giungendo a Tirano dalla bassa valle subito si viene accolti dal Santuario della Madonna di Tirano che domina la bella piazza, transito obbligato per la Svizzera.
Il Viale Italia, lungo corridoio urbano, unisce le due anime della città e conduce al centro storico che, al riparo dal traffico cittadino, sorprende per la tranquillità. La bellezza delle vie storiche non è stata intaccata dal commercio, presente in maniera di discreta.
Sul versante retico le frazioni Baruffini e Roncaiola dominano la costiera interamente coltivata a vigneto, offrendo lo scenario dei terrazzamenti candidati a Patrimonio Universale dell’Unesco, mentre la frazione Cologna, sul versante orobico, è zona di coltivazione di meli.

La parte storica, che sorge sulla riva sinistra dell’Adda è, a tratti, ancora circondata dalle possenti mura volute dal duca di Milano Ludovico il Moro verso la fine del XV secolo, e dominata dalle rovine della poderosa Torre del castello di Santa Maria, familiarmente detto Castellaccio, di recente restaurate.
In buono stato di conservazione sono le tre porte da cui si accedeva al borgo: la Porta Poschiavina collegante con i Grigioni e l’Engadina, la Porta Bormina verso Bormio e il passo dello Stelvio e la Porta Milanese attraverso la quale accedeva chi pervenisse dal Lago di Como o dal Passo dell’Aprica.
Nel borgo è situata la collegiata di San Martino con il bel campanile in stile romanico lombardo del XV secolo, oltre a Palazzo Marinoni, anticamente convento degli Agostiniani nel XV secolo ed ora sede municipale, i Palazzi Quadrio, Salis, Merizzi, Visconti Venosta, Parravicini, Buttafava, Torelli (XVII- XVIII secolo). Numerose e di pregio quindi le dimore patrizie, di famiglie di conti e visconti che furono culla di uomini illustri nel campo della politica e delle scienze e che sempre si distinsero per il loro attaccamento all’Italia. Tra i “Mille” di Garibaldi vi era infatti un tiranese, nei primi governi dopo l’Unità figurava un ministro degli esteri tiranese, tra i progettisti del Canale di Suez un tiranese, un lungo elenco... E a portare il tricolore sul pinnacolo della “Madunina” durante le Cinque giornate di Milano fu un tiranese. Una posizione strategica di primaria importanza, di cui si occuparono le Cancellerie di Parigi, Vienna, Venezia e Madrid. Chi possedeva il castello ed il relativo borgo fortificato possedeva le chiavi d’accesso all’Engadina, al lago di Como, all’Allemagna ed alla Serenissima Repubblica di Venezia i cui confini includevano la Valcamonica.

Avvenimento chiave nella storia di Tirano fu la miracolosa apparizione della Madonna il 29 settembre 1504, con la successiva edificazione del santuario dedicato alla Beata Vergine, proclamata poi da Pio XII Patrona della Valtellina, subito divenuto rilevante meta di pellegrinaggi. La Basilica della Madonna di Tirano, che rappresentava un tempo il baluardo del cattolicesimo contro la diffusione della riforma protestante, è oggi il monumento religioso più importante della Valle. Famosissimo il monumentale organo, che con il gusto barocco, la grazia e la ricchezza delle decorazioni a stucco, delle scultire e degli affreschi, fa sì che il santuario venga considerato, con il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia, una delle tre Bellezze della Lombardia.

Terra di scontro, quella di Tirano e della Valtellina, non solo per questioni politiche europee, ma anche per conflitti di natura religiosa. Proprio a Tirano ebbe inizio la famosa rivolta valtellinese, citata dai testi di storia come “Sacro Macello” con riferimento alla battaglia decisiva contro i Grigioni, i quali intendevano imporre, tra l'altro, ai cattolicissimi valtellinesi la fede protestante. L’ospitalità verso i viandanti ed i pellegrini è testimoniata dallo xenodochio di S.Perpetua, risalente al XI secolo, ove venivano ospitati coloro che dal milanese e da Venezia si recavano in Allemagna, e che ancora domina Madonna di Tirano col piccolo campanile della sua chiesetta che vanta affreschi alto medioevali. A poca distanza sempre sulla stessa antica strada, si incontra lo xenodochio di san Remigio, costruito a 1.800 metri di altitudine su una rupe a strapiombo sul lago di Poschiavo e strettamente collegato al precedente. I due conventi possedevano un ricco patrimonio fondiario e vennero ceduti nel 1517 al Santuario della Madonna.

La posizione, venendo a tempi più vicini a noi, ne favorisce la secolare funzione di raccordo grazie al collegamento a Milano tramite le Ferrovie dello Stato , con l'alta valle tramite i servizi pubblici di autolinee  e come stazione di testa, sul versante italiano, della Ferrovia Retica che da Tirano, attraversando la valle di Poschiavo e il Passo del Bernina, collega la Valtellina a Saint Moritz, seguendo un percorso che per la sua bellezza e per l'arditezza del tracciato è considerato tra i più interessanti al mondo; è infatti la più alta ferrovia d’Europa, i cui treni di colore rosso trasportano ogni anno sui binari a scartamento ridotto dai trecento ai quattrocentomila viaggiatori, quasi tutti stranieri; particolarmente numerosi sono gli asiatici, il che contribuisce a dare alla cittadina quelle caratteristiche cosmopolite che si riscontrano nelle grandi città. Tale percorso è di recente stato inserito dall'UNESCO  tra i patrimoni dell'umanità.

La sua vocazione commerciale si focalizza nel 1514 quando, su autorizzazione del governo Grigione, nelle zone adiacenti al Santuario e per più giorni si teneva la fiera di San Michele, una vera e propria fiera internazionale che durava due settimane, nella quale i mercanti erano ospitati con le loro merci nei fondaci (alcuni ancora esistenti) e dove i prodotti di Venezia, d’Austria e di Francia venivano commercializzati. Ancora oggi oltre a quella menzionata si tengono nell'anno varie fiere, in particolare a Pentecoste e nei giorni di San Martino di Tours, Patrono di Tirano. Tipici della zona sono, oltre a formaggi e salumi, la vasta produzione di mele nelle zone sul versante orobico ed i vini (basti ricordare lo Sforzato) prodotti sui tipici vigneti a terrazzo del versante retico, dominati dalle frazioni Baruffini e Roncaiola. "Voltolina, com'è detto, valle circondata d'alti e terribili monti, fa vini potenti assai, e fa tanto bestiame, che da paesani è concluso nascervi più latte che vino" (Codice Atlantico - Leonardo Da Vinci).
In tempi più antichi era diffusissima in valle la coltivazione del grano saraceno, che ci ha lasciato famosi piatti tradizionali, a base di farina nera e formaggi, quali polenta nera, pizzoccheri ed il chisciol, piatto tradizionale di Tirano.

Tirano offre varie strutture per il tempo libero quali cinema, biblioteca, campo sportivo, piscina, tennis, bocciodromo, tiro a segno, ma permette anche di uscire facilmente dalla dimensione cittadina intraprendendo piacevoli passeggiate tra i vigneti o lungo il fiume Adda, sulla sponda del quale si snoda la pista ciclo-pedonale del Sentiero Valtellina. Per gli amanti di escursionismo, mountain bike, alpinismo e sport invernali, la posizione strategica consente di spostarsi agevolmente per esplorare le risorse offerte dalla media e alta Valtellina, oltre che della Valposchiavo.


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